Nel cuore del vino artigianale: la storia di Matteo e il suo mondo
Milano, 19 febbraio 2025
Siamo al quarto episodio di “Un calice con l’esperto”, un format che racconta senza filtri le storie e le passioni di chi vive ogni giorno il mondo di Callmewine. Conversazioni schiette, senza tecnicismi, proprio come una chiacchierata tra amici con un buon bicchiere di vino in mano. Il protagonista di oggi è Matteo Maiuri, esperto di vini artigianali, pronto a raccontarci il valore della tradizione, del territorio e dell’espressione autentica di chi produce vino con passione.
La passione di Matteo per il vino ha radici profonde, una vera questione di famiglia.
Suo padre e suo nonno sono sempre stati grandi appassionati, e proprio il padre, che lui stesso definisce “un vero esploratore”, gli ha aperto le porte di questo universo attraverso degustazioni tematiche che organizzava per puro piacere, in compagnia di amici. È lì che Matteo ha scoperto quanto il vino sia un universo di storie, tradizioni e cultura, un intreccio di elementi geografici e sociali che lo ha incuriosito fino a farne una professione.
Oggi è un punto di riferimento per i vini artigianali in Callmewine. Ma cosa rende davvero “artigianale” un vino?
Non esiste un disciplinare che ne definisca i contorni, ma Matteo li descrive come “Un’espressione tipica e veritiera del territorio di origine, un vino che è vicino alla natura e che racconta, quindi, le caratteristiche del territorio, gli umori della stagione e la mano del produttore. Mette in primo piano quelli che sono gli aspetti varietali dell’uva, riportandoli fedelmente nel calice“. Vini che si distinguono per originalità e unicità, a volte più rustici e meno immediati, ma proprio per questo così affascinanti.
Il vino artigianale per Matteo è allo stesso tempo un ritorno alle origini e un atto di rivoluzione.
“Il vino nasce come artigianale,” dice Matteo con convinzione. “È un prodotto realizzato dal contadino, il più possibile naturale.” Oggi, il vino artigianale è anche una sorta di resistenza alle mode, una ricerca di autenticità lontana dai gusti omologati. Un equilibrio tra passato e presente che porta alla riscoperta di sapori ancestrali, meno addomesticati, più veri.
Quando Chiara gli chiede se c’è un produttore che lo ha particolarmente colpito, Matteo non ha dubbi: Lino Maga. Un nome iconico per chi ama il vino artigianale, una figura leggendaria dell’Oltrepò Pavese. “Il vino è buono quando piace”, gli disse Maga durante una visita in cantina. Una frase che a prima vista può sembrare banale, ma che racchiude una verità profonda: il vino deve emozionare, deve parlare a chi lo beve, senza essere ingabbiato da regole rigide e standardizzate.

Ogni episodio di “Un calice con l’esperto” è accompagnato da un vino che per l’intervistato ha un significato speciale. Per Matteo, questa bottiglia è l’Ageno de La Stoppa, un orange wine che rompe gli schemi. Un bianco vinificato come un rosso, con macerazione sulle bucce che dona un colore ambrato e una struttura complessa. Siamo nella Val Trebbia, nel Piacentino, una zona storicamente votata a vini più industriali e commerciali, ma dove Elena Pantaleoni ha dimostrato che, con una produzione autentica e rispettosa, possono nascere vini di grande profondità e carattere.
Un vino che spinge alla scoperta, proprio come il percorso di Matteo in questo affascinante mondo.
L’intervista integrale a Matteo ti aspetta su YouTube a questo link: un racconto autentico che svela l’anima dei vini artigianali.