Come si produce il Gin? I metodi di produzione

Con i suoi profumi che sanno di estate, immancabile compagno dei cocktail più amati, il Gin negli ultimi anni è salito alla ribalta, conquistando il primo posto nella classifica degli Spirits più venduti e apprezzati. In questo articolo ti sveleremo come si fa il Gin, passando tra la sua storia e le sue tipologie, fino ad arrivare ai metodi di produzione veri e propri!

Le origini del Gin

Le prime testimonianze di un distillato che può, sotto alcuni aspetti, somigliare ad un antenato del Gin, si hanno nel Medioevo in Olanda, dove veniva prodotto una sorta di liquore infuso con bacche di ginepro ad uso medicinale, per contrastare i sintomi della gotta e della dispepsia. Durante la guerra dei trent’anni, che ebbe luogo tra il 1618 e il 1648 in tutta l’Europa centrale, i soldati inglesi che combattevano in Olanda scoprirono il Gin, che diventò subito compagno di serate goliardiche e un perfetto elisir di coraggio per affrontare le giornate di scontri. Dopo la fine della guerra navi cariche di Gin attraversarono la manica e approdarono in Regno Unito, dove riscosse grandissimo successo: secondo alcuni studi nel 1720 almeno un quarto delle famiglie di Londra produceva il proprio gin a casa.

Con l’Età Vittoriana, periodo di benessere e ricchezza per l’Inghilterra, nacquero le prime grandi distillerie di Gin, come Plymouth e Tanqueray, ancora oggi apprezzati in tutto il mondo.

Le tipologie di Gin

Nel corso dei secoli, in risposta alla grande passione per il Gin, sempre in crescita e sempre più diffusa, si sono sviluppati stili di produzione diversi, ognuno con caratteristiche uniche. La tipologia più comune è il Gin London Dry, fresco, secco e asciutto, dove l’aroma principale è il ginepro. Altre tipologie sono il Gin Old Tom, morbido e avvolgente, prodotto da una miscela di cereali, il Gin Compound-Bathtub, la cui infusione e macerazione delle botaniche avviene a freddo, in alcool neutro di cereali, il Jenever, la più antica tipologia di Gin, prodotto in Olanda, e il Gin Distilled, la tipologia più “aperta” di Gin, in quanto comprende tutti quei distillati arricchiti da altre spezie e botaniche oltre al ginepro, aromatizzato talvolta anche dopo la distillazione, aggiungendo aromi, zuccheri, additivi o coloranti, sia naturali che artificiali. 

distilleria per la produzione di Gin

Come si fa il Gin? Le tecniche di distillazione

Indicativamente esistono quattro tecniche di distillazione per produrre il Gin, e ognuna incide in modo diverso sull’intensità aromatica e gustativa del prodotto finale.

  • Macerazione/infusione – con questo metodo le botaniche vengono messe a macerazione (a freddo) o in infusione (a caldo) nell’alcol neutro già distillato. A seconda dell’intensità delle botaniche che si vuole ottenere nel prodotto finale varia la durata dell’infusione: per un’estrazione più delicata si allungano i tempi e si mantiene l’alcol a una temperatura più bassa, mentre per un’estrazione più decisa, si accorciano i tempi e si alza la temperatura.

  • A vapore – questa tecnica di distillazione del Gin prevede l’uso di vapore, e le botaniche non entrano mai a contatto con l’alcol. Gli aromi vengono posizionati nell’alambicco su filtri o tasche di cotone, e i vapori, che entrano a contatto con le botaniche, aromatizzano delicatamente il distillato.
  • Distillazione a freddo – in base al principio secondo il quale minore è la pressione e più bassa è la temperatura per arrivare alla distillazione, si riesce ad aromatizzare il gin con le botaniche a temperature più basse. È un metodo particolarmente efficace quando si usano botaniche più delicate, come la scorza di agrumi.
  • Blending – alcuni produttori di Gin preferiscono infondere e distillare separatamente le botaniche per preservare al massimo i loro profumi, per poi creare il blend delle varie botaniche in base agli aromi che si preferisce esaltare.
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