La Liguria, oltre a regalarci i paesaggi magici delle Cinque Terre, le gite in barca a Portofino, il festival della canzone italiana, e gli aperitivi in riva al mare con un immancabile pezzo di focaccia, ci ha donato uno dei primi piatti più amati in tutta Italia: le trofie con il pesto alla genovese. In questo articolo scopriremo la storia di questo piatto semplice e casereccio, impareremo a prepararlo insieme e vi sveleremo i migliori vini da abbinare a un piatto di trofie al pesto ligure!
La storia delle trofie al pesto genovese
Le trofie sono un tipo di pasta inconfondibile grazie alla loro forma intrecciata e si ritengono originarie di Sori, comune a pochi chilometri da Genova. In passato, prima che la pasta venisse preparata in modo industriale, erano le donne a prepararla a mano. Per dare alle trofie la loro forma tipica usavano un lungo bastoncino di legno, della grandezza di un ferro da maglia, attorno al quale attorcigliavano un filamento di pasta tirato precedentemente. Nonostante vengano preparate da molti anni, le trofie iniziarono a riscuotere grande successo solo dopo la guerra, soprattutto grazie alla città di Recco che, quando venne ricostruita in seguito ai bombardamenti, diventò la capitale gastronomica della riviera di Levante, tanto che per molti le trofie divennero note come trofiette di Recco.
Per quanto riguarda il pesto, sebbene la prima ricetta ufficiale risalga al ricettario la Cucina Genovese di Giovanni Battista Ratto, pubblicato nel 1870, alcune leggende narrano che il vero inventore del pesto sia stato un frate del convento di San Basilio in località Prà, che raccolse il basilico che cresceva nei campi attorno al convento e lo pestò con il mortaio come faceva con le erbe mediche. Il pesto era un condimento povero e in quanto tale veniva preparato usando le croste di formaggio avanzate, e spesso aggiungendo le patate come fonte di carboidrati, in quanto meno costose della pasta. È per questo motivo che una delle varianti più tradizionali delle trofie al pesto vede l’aggiunta di patate e fagiolini, creando un piatto ricco, saporito e genuino.
Ricetta trofie al pesto
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minutesLa ricetta delle trofie al pesto fatta dal team di Callmewine
Ingredienti
70 grammi di basilico
50 grammi di parmigiano
30 grammi di pecorino
30 grammi di pinoli
70 grammi di olio extravergine d’oliva
1 spicchio d’aglio
1 pizzico di sale
350 grammi di trofie fresche
150 grammi di patate (opzionale)
150 grammi di fagiolini (opzionale)
Preparazione
- Per prima cosa prepara il pesto: lava le foglie di basilico sotto acqua fredda e asciugale bene con un canovaccio.
- Metti in un mortaio l’aglio e i pinoli, lavorandoli fino a ottenere una pasta morbida e omogenea.
- A questo punto aggiungi le foglie di basilico e il sale. Quando la consistenza risulterà cremosa aggiungi il formaggio grattugiato e infine l’olio, roteando con il pestello nel mortaio fino ad ottenere un condimento ben amalgamato.
- Pela le patate e tagliale a tocchetti piccoli. Lava i fagiolini, togli le punte e tagliali a pezzetti.
- Metti l’acqua sul fuoco, salala con un pugno di sale grosso e cuoci i fagiolini per qualche minuto. Scolali, tenendo l’acqua di cottura, e mettili da parte in dell’acqua e ghiaccio, così che restino verdi e croccanti.
- Metti a cuocere nella stessa acqua dei fagiolini le patate, e cinque minuti dopo anche le trofie. Cuoci insieme per altri cinque minuti poi scola pasta e patate in uno scolapasta.
- Metti la pasta e le patate in una ciotola con i fagiolini, condisci con il pesto fresco e servi!
Vini da abbinare alle trofie al pesto
Le trofie al pesto sono un piatto ricco di sapori e aromi freschi, che si sposano magnificamente con vini bianchi sapidi e fragranti, che ne esaltino le caratteristiche. Per stare sui vini regionali, e gustare un pasto ligure al 100%, ti proponiamo un Vermentino fresco e aromatico e di bella acidità, o un vino bianco delle Cinque Terre, che con freschezza e mineralità contrasta la cremosità del pesto. Altrimenti prova ad abbinare un Gavi piemontese, vino bianco elegante e raffinato con note floreali e agrumate che si sposano bene con il basilico o, se preferite una bolla, opta per uno spumante Alta Langa fresco e croccante.
‘Ariento’ Massa Vecchia
- Un ritratto genuino e bucolico, in cui si intrecciano note di cera d’api, bucce d’agrumi, mela essiccata e albicocca sciroppata. Il sorso è decisamente beverino e ricco di fascino, scandito da una rustica freschezza e da un serrato tannino
Gavi ‘Ventola’ La Bollina
- Profumi primari di fiori bianchi e frutta gialla si integrano a sfumature di spezie e vaniglia con grande equilibrio. Al palato è vellutato e avvolgente, fresco, sapido e fruttato
Vermentino di Gallura ‘Primo’ Piero Mancini
- All’olfatto sprigiona note di pompelmo e mango, con dettagli di albicocca disidratata e fiori mentre al sorso è pieno e nitido, di ottima freschezza e ampia mineralità
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