Nel cuore delle colline del Piemonte, tra paesaggi incantevoli e vigne che si estendono a perdita d’occhio, si celano due tesori enologici che hanno affascinato e deliziato gli amanti del vino per generazioni: il Barolo e il Barbaresco. Questi due vini sono considerati tra i migliori e più iconici d’Italia, ma qual’è la differenza tra di loro? Scopriamolo insieme.
Barolo e Barbaresco: le caratteristiche in comune
Barolo e Barbaresco hanno un solo, grande punto in comune, oltre all’essere entrambi vini piemontesi: il vitigno con cui vengono prodotti. Per entrambi, infatti, si usa il Nebbiolo, vitigno iconico della zona delle Langhe che, come dettato dal disciplinare del 1980 della DOCG del Barolo e del Barbaresco è il solo vitigno che si può usare per la realizzazione di questi vini.
Differenze tra Barolo e Barbaresco
La prima grande differenza tra Barolo e Barbaresco è geografica: entrambi sono piemontesi ma il Barolo è prodotto nei comuni di Barolo, La Morra, Castiglione Falletto, Serralunga d’Alba e Monforte d’Alba, mentre il Barbaresco è prodotto principalmente nei comuni di Barbaresco, Neive, e Treiso.
Conseguentemente, altra differenza tra Barolo e Barbaresco sta anche nel suolo sul quale crescono i vitigni, fattore che influisce molto sulle caratteristiche del vino. Nei comuni in cui si produce il Barolo il suolo è composto da strati di calcare e tufo, mentre nelle zone del Barbaresco è sabbioso e marnoso. Il Nebbiolo è un vitigno in cui le caratteristiche del terroir vengono manifestate in modo molto incisivo, quindi il profilo organolettico di un vino a base di Nebbiolo può cambiare molto, anche se le vigne sono a pochi chilometri di distanza l’una dall’altra. È proprio per questo motivo che Barolo e Barbaresco hanno una particolarità che le distingue da tutte le altre DOCG: Barolo e Barbaresco possono riportare in etichetta una ulteriore menzione geografica che indica la specifica sottozona in cui viene prodotto il vino.
Infine, l’altra grande differenza tra Barolo e Barbaresco sta nel periodo e nella modalità di invecchiamento del vino.
Invecchiamento del Barolo
Il Barolo, da disciplinare, deve invecchiare per un minimo di 38 mesi, di cui almeno 18 mesi in botti di rovere e castagno, mentre la riserva richiede un invecchiamento di almeno 62 mesi. Ciò conferisce al Barolo la sua struttura robusta e il suo profilo aromatico complesso. È spesso descritto come potente, tannico e ricco di note di frutti rossi, spezie, e terroso, con un finale lungo e persistente. È proprio il suo carattere austero, sposato a un’eleganza sopraffina, che lo rendono un vino fatto per il lungo affinamento, che può impreziosirsi e migliorarsi più passano gli anni.
Invecchiamento del Barbaresco
Il Barbaresco ha un periodo di invecchiamento minimo più breve del Barolo, ossia 26 mesi e 50 per la riserva, di cui almeno 9 in legno. L’invecchiamento più breve e la sosta più corta in legno conferisce al Barbaresco tannini più morbidi e un profilo aromatico più delicato. Ha spesso note di ciliegia, rosa, tarassaco e spezie, con una struttura più leggera rispetto al Barolo. Anche se può essere apprezzato giovane, i migliori esemplari di Barbaresco si sviluppano ulteriormente con l’invecchiamento in bottiglia, raggiungendo la loro massima espressione dopo alcuni anni.
Abbinamenti gastronomici a Barolo e Barbaresco
Nonostante le differenze, una cosa è certa: entrambi si sposano a meraviglia con la cucina piemontese! Entrambi i vini sono perfetti per accompagnare una varietà di piatti della tradizione come brasati, agnolotti al ragù, e formaggi stagionati. Il Barolo, con la sua struttura robusta, si sposa bene con piatti ricchi e saporiti, mentre il Barbaresco, con la sua eleganza e finezza, si abbina splendidamente a carni bianche, funghi e piatti a base di tartufo.
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