Le Denominazioni del vino

Come ho imparato a leggere un’etichetta

Una delle sfide per ogni appassionato di vino è orientarsi tra le sue mille denominazioni. Non si parla solo di tipologie produttive, infatti, ma anche di luoghi d’origine! La provenienza è fondamentale per la definizione delle qualità proprie di un vino, sia esso rosso, bianco, spumante… Ci pensa Callmewine! Vi siete mai chiesti cosa sia un vino DOC? Lo scoprirete in questo articolo, un prontuario per orientarvi tra le etichette per capire definitivamente cosa significhino tutte le sigle del vino.

bottiglie di vino

Cosa sono le Denominazioni dei vini?

Nei vini, una denominazione di origine è un nome geografico, che identifica prodotti di qualità. Solo zone particolarmente vocate, con lunga storia e tradizione, possono ottenere questo certificato di qualità. La storia delle denominazioni è lunga: già ai tempi dei romani i vini erano apprezzati in base alla provenienza e, nel 1716, Cosimo de Medici emise un editto per certificare la qualità dei vini del Chianti. Le prime denominazioni moderne nascono in Europa, quando la Francia istituì le AOC nel 1935 e stabilendo il modello in seguito adottato dall’Unione Europea. Nel 1992, con la nascita delle PDO, l’UE ha armonizzato le diciture di qualità presenti in tutti gli stati membri, generando così la normativa per istituire indicazioni geografiche a tutela della tradizione, produzione e vendita di prodotti di pregio.

A oggi è il regolamento (UE) n. 1151/2012 a fornire le basi per la classificazione di un vino, dall’identificazione alla registrazione, fino alla protezione delle indicazioni geografiche. Ciò, tuttavia, non vale solo per il vino, ma anche per altri prodotti agricoli e alimentari. Una Denominazione determina in primo luogo le modalità di produzione di un determinato prodotto, talvolta imponendo pratiche specifiche o periodi minimi di maturazione. In secondo luogo, viene delimitata l’area in cui le materie prime possono essere raccolte e dove può avvenire la loro trasformazione.

L’Unione ha istituito le PDO, o DOP, che sono attribuibili a prodotti non solo europei, ma anche di tutto il mondo: la Tequila, sorprendentemente, ha ricevuto il marchio! La provenienza geografica è un aspetto affascinante e molto rilevante per il vino, pertanto le denominazioni rappresentano uno strumento fondamentale per la sua valorizzazione. In tutti i paesi si adottano sigle differenti dal ruolo simile: identificare e preservare prodotti di qualità. Questi marchi sono però numerosissimi e definiscono vari gradi di qualità in tutto il mondo, generando confusione nei consumatori. Infatti molti paesi non adottano la dicitura DOP, bensì una propria distinta classificazione! Ogni paese valuta i gradi di qualità in maniera diversa. Si tratta di un sistema che, però, permette di tutelare produttori e prodotti a livello internazionale, così da permettere a tutti di godere di vini di alta qualità. Per quanto riguarda il vino, quasi tutto il mondo adotta diciture diverse dalla DOP, ma di livello equivalente: in Italia è il caso delle DOC e delle DOCG.

Tra DOP, DOC e DOCG: Denominazioni e Classificazioni del vino italiano

denominazione del vino

In Italia esiste una vera e propria piramide delle denominazioni. 

  • Alla base ci sono i vini senza indicazione, chiamati vini generici, un tempo conosciuti come vini da tavola. 
  • Il secondo scalino della piramide è l’Indicazione Geografica Tipica, o IGT, che prevede una normativa meno stringente e, solitamente, copre un’area di produzione più ampia rispetto alle denominazioni superiori. Basti pensare che molte IGT designano intere regioni italiane.
  • Salendo ancora la piramide, troviamo le Denominazioni di Origine Controllata, o DOC, con cui si iniziano a indicare i vini DOP. Ma quando nasce il marchio DOC dei vini italiani? La prima DOC italiana è stata assegnata nel 1963 alla Vernaccia di San Gimignano, il primo degli oltre 300 di oggi. 
  • In cima invece troviamo le Denominazioni di Origine Controllata e Garantita, le DOCG, il riconoscimento di qualità più alto per un vino italiano. Ma qual è la differenza tra DOC e DOCG? La differenza tra le due denominazioni sta nella maggior restrizione delle regole produttive. Tra le DOCG più famose troviamo il Barolo e il Barbaresco nel Piemonte, il Brunello di Montalcino e il Chianti Classico in Toscana, solo per citarne alcune.

Le Denominazioni dei vini nel mondo

Molti paesi del mondo adottano le Indicazioni Geografiche per valorizzare aree particolarmente vocate, indicando il nome della regione in etichetta. Alcuni stati, però adottano sistemi articolati come l’Italia, delineando più livelli con regolamenti sempre più stringenti.

Denominazioni in Francia

Come accennato, la Francia è la culla delle denominazioni vinicole. Qui nascono le prime indicazioni della storia moderna, le Appelation d’Origine Controlée o AOC. La piramide francese è più lineare di quella italiana, ed è così strutturata: 

  • Vin de Table alla base
  • Vin de Pays al centro, ovvero i vini IGT
  • le AOC in cima, ovvero le equivalenti alle DOC italiane. 

Non esistono vere e proprie DOCG, ma in Francia la classificazione dei cru è secolare e i migliori vigneti, come Montrachet o Romanée-Conti, appaiono sempre in etichetta! 

Denominazioni in Spagna

Forse il sistema più simile a quello italiano si ritrova in Spagna: i vini di qualità sono i Vinos de la Tierra, o VdiT, e le Denomination d’Origen, abbreviate in DO ed equivalenti alle nostre DOC. Di questi, 15 sono denominati “Vin de Pago”, ovvero vini da singola vigna, per identificare alcuni vigneti storici della Castilla e della Navarra. Inoltre in Spagna esistono delle DOCG, chiamate DOCa, con cui si identificano due sole aree: la Rioja e il Priorat. 

Denominazioni in Germania

Tra i sistemi più articolati c’è quello tedesco. Qui i vini da denominazione sono definiti Prädikatwein, abbreviati in VDP. I VDP si dividono in:

  • Gutswein: vini della casa, il livello più basso;
  • Ortswein: vini locali, legati a singoli vigneti;
  • Erste Lage: i premier cru tedeschi;
  • Grosse Lage o Grosses Gewächs: i grand cru tedeschi, da cui arrivano i vini di maggior pregio. In etichetta si trova l’abbreviazione GG.

Per capire al meglio la viticoltura tedesca, bisogna capire alcune parole chiave, con cui si definiscono i gradi di residuo zuccherino dei Prädikatwein:

  • Trocken: significa secco e, quando appare in etichetta, il vino non ha residuo zuccherino;
  • Kabinett: si definiscono così Riesling molto leggeri e moderatamente zuccherini;
  • Spätlese: vini da uve ricche in zuccheri. Di solito dolci, se appare la dicitura ‘Trocken’, sono secchi e di alta gradazione alcolica;
  • Auslese: vini dolci e parzialmente botritizzati;
  • Beerenauslese: tra i più preziosi, sono vini dolci da uve completamente botritizzate

Denominazioni negli Stati Uniti

Ci sono molti paesi extra-europei che adottano sistemi simili all’Europa per valorizzare i loro vini. Negli Stati Uniti è l’Alcohol and Tobacco Tax and Trade Bureau che regola le denominazioni, qui definite American Viticultural Area o AVA. Questo è l’unico marchio americano e ogni regione meritevole di definizione viene definita AVA e non è raro trovare AVA più piccole incluse in altre AVA: nella californiana Napa Valley AVA ci sono altre 16 denominazioni più piccole, come Stags Leap District o St.Helena.

Previous Post Next Post