Il vino cotto è un’eccellenza tra i vini delle Marche, diffusa in particolare nelle zone della bassa maceratese e del Piceno. Si tratta di un vino dolce e liquoroso di intenso grado alcolico, dal colore variabile tra l’ambrato e il granato, ottenuto dalla bollitura del mosto d’uva di diverse varietà di uva e successivamente invecchiato. Idealmente è da sorseggiare in accompagnamento a dessert come pasticceria secca o bevuto tradizionalmente insieme a piccoli pezzetti di pesca, ma può essere anche abbinato a formaggi stagionati. In alcuni casi può essere utilizzato anche per la preparazione di dolci (mostaccioli), biscotti, marmellate o per insaporire carni.
In questo articolo, ci immergiamo nel mondo del vino cotto marchigiano, esplorando le sue radici, il processo produttivo, la ricetta originale e molte altre caratteristiche che rendono questo tesoro enologico così speciale e affascinante.

Cos’è il vino cotto? Storia e origini
La storia del Vino Cotto affonda le radici in tempi molto lontani e la sua invenzione è probabilmente da attribuire all’antico popolo che abitava queste terre, i Piceni.
- La prima testimonianza risale alla commedia del 191 a.C. dello scrittore greco Plauto che raccontava come il vino cotto fosse una bevanda apprezzata particolarmente nei banchetti festivi.
- Il filosofo e scrittore romano Plinio il Vecchio, nel suo celebre scritto Historia Naturalis del 77 d.C., racconta i metodi produttivi del vino e in particolare come alcuni passaggi, tra cui proprio l’ebollizione del mosto, avvenivano secondo i cicli del calendario lunare.
- In epoca medioevale si scopre come questa bevanda venga apprezzata quando servita calda, diventando anche un toccasana per guarire da malattie, come raffreddore e tosse.
- Nel Rinascimento alcune opere religiose raccontano come il Vino Cotto può essere utilizzato durante le messe.
- La sua diffusione viene tramanda da generazioni e generazioni e ancora oggi il suo tradizionale fulcro produttivo è da ricercare in alcune località in provincia di Macerata, come Loro Piceno, dove ogni anno si festeggia la Sagra del Vino Cotto.
- Il giornalista Mario Soldati nel 1971 elogia il Vino Cotto: “Di un bel colore rosso mattone a riflessi d’oro cupo, il sapore strano, affumicato e ruvido della sua moderata dolcezza corregge ed evita quella dolcezza vischiosa e a volte nauseante di tanti passiti e “marsalati”. C’è qualcosa di affascinante, di profondamente rustico e montano, nel vino cotto: o almeno in questo vino cotto.”
La ricetta del Vino cotto
Qui sotto puoi leggere la ricetta per realizzare il miglior Vino Cotto, ottenuto dalla pigiatura e pressatura dell’uva, che ovviamente non è possibile replicare a casa.

Ricetta Vino Cotto
4
persone10
minutes15
minutesIngredienti per fare il Vin Cotto
Mosto d’uva da vitigni locali (Pecorino, Trebbiano, Montepulciano o Sangiovese)
Calderone in rame o acciaio
Preparazione del Vino cotto
- Spremere e pressare le uve per ottenere un mosto fresco, allo stesso modo di come si fa il vino
- Bollire il mosto a fuoco diretto e lento per 10-12 ore in paioli di rame o acciaio
- Periodicamente eliminare la schiuma e mescolare
- Fermare la bollitura al raggiungimento di una riduzione della massa del 20%-50% del volume iniziale
- Aggiungere lieviti selezionati o mosto fresco per innescare la fermentazione alcolica
- Lasciare affinare in botti di legno per almeno un anno
Differenza tra vino cotto e mosto cotto
La principale differenza tra il vino cotto e il mosto cotto risiede nel contenuto alcolico e nei processi produttivi. Il mosto cotto non viene fermentato e solitamente neanche invecchiato; viene consumato “fresco”, simile ad uno sciroppo o una marmellata. Al contrario, il vino cotto fermenta e matura per diversi anni in botti di legno; talvolta, l’affinamento può protrarsi per decenni.
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