Blend e vino in purezza: differenze e significato

Il vino è una fusione di elementi che si combinano per dar vita ad un’armonia straordinaria, ma a volte è semplicemente un’esperienza che vuole ricercare la verità nella sua più pura unicità. Stiamo parlando di due concetti differenti che fanno riferimento all’arte enologica: il “blend” e il “vino in purezza”. In pratica, il blend è un vino realizzato a partire da una miscela di vitigni che, come una sinfonia d’orchestra, apportano le loro note distintive dando vita ad un’armonia unica, secondo le scelte del direttore d’orchestra, ovvero l’enologo. Se parliamo di vino in purezza, invece, identifichiamo tutti quei prodotti che nascono a partire da una singola varietà. Si tratta di un solo specifico vitigno che si esibisce in solitario in un monologo, raccontando il suo carattere e le sue origini. In questo articolo faremo luce sull’arte dell’assemblaggio e sulla purezza della singola varietà, esplorando le origini, le tecniche, le emozioni che si nascondono dietro a queste bottiglie, in un viaggio tra tradizione e creatività.

blend di uve

Cosa sono i vini in purezza?

I vini in purezza, meglio noti come monovarietali, sono nati da una sola e singola varietà di uve. Non si tratta di miscele, tagli, blend o minime percentuali di uve, ma un vino composto al 100% da un solo vitigno, come ad esempio il Brunello di Montalcino realizzato da sole uve Sangiovese o il Barolo nato esclusivamente da uve Nebbiolo al 100%. Gli obiettivi dei vini in purezza sono:

  • Espressione varietale: grazie alla presenza di una sola varietà, in degustazione si possono apprezzare ed esplorare tutte le sue caratteristiche gustative e aromatiche, come alcuni aromi caratteristici o alcune particolari sensazioni gustative. Ad esempio, il Cabernet Sauvignon che in purezza regala note che richiamano il peperone, mentre il vino Sagrantino è solitamente caratterizzato da una spiccata sensazione tannica.
  • Racconto di Terroir: alcune varietà, come lo Chardonnay o il Sauvignon, sono coltivate in tutto il mondo e danno vita a vini molto diversi. In questo caso è il terroir, ovvero il suolo, il clima, le caratteristiche del luogo e la mano del produttore, che contribuisce a diversificare i vini e a regalare profili differenti. Questo spiega perché il Sauvignon della Nuova Zelanda, nato in un clima fresco e tropicale, sviluppa aromi di frutta esotica, mentre un classico Sauvignon altoatesino, nato in un contesto montano, profuma di note vegetali ed erbacee.
grappolo di uva a bacca rossa

Cosa sono i blend di vino?

Il termine “Blend” fa riferimento ad un vino nato da una sapiente miscelazione di uve. Una pratica comune che parte da un mix di almeno due varietà per ottenere un vino armonico ed equilibrato. Si parla di Blend quando la percentuale delle varietà è circa uguale e non occupa soltanto una piccolissima parte del volume finale. Per intenderci, i vini di Bordeaux sono storicamente dei blend che nascono dall’assemblaggio di uve Merlot e Cabernet Sauvignon, anche divise in parti uguali, ovvero 50% e 50%. Ecco alcuni punti chiave di questi vini:

  • Arte dell’assemblaggio: la miscelazione è riconosciuta come l’arte dell’enologo. La scelta di mescolare le varietà in porzioni differenti è il compito dell’enologo che deve cercare di scegliere la giusta quantità per ottenere un vino equilibrato che riporti fedelmente tutte le caratteristiche delle varietà coinvolte.
  • Flessibilità: gli enologi devono essere creativi e adattarsi alle condizioni della vendemmia, alle influenze del terroir e alle caratteristiche delle uve per dar vita ad un grande blend.
  • Stile del produttore: molti produttori miscelano i vitigni in base allo stile di vino che vogliono ottenere o che per loro esprime al meglio le caratteristiche del territorio.
uva bianca e uva rossa

Cosa sono i vini da taglio?

I vini da taglio nascono a partire da un vitigno in grande maggioranza che viene miscelato con una piccola percentuale (5% o 10% o 15%) d’uno o altri vitigni. La tecnica del taglio veniva usata più frequentemente in passato proprio per donare alcune caratteristiche richieste sul mercato che la singola uva non era in grado di offrire, come un colore più intenso o un corpo più morbido. Anche oggi la tecnica del taglio è utilizzata per rendere alcuni vini più equilibrati. Il Chianti, ad esempio, nasce da uve Sangiovese, ma può essere “tagliato” da una piccola percentuale di uve, come il Colorino e il Canaiolo, che da disciplinare possono arrivare ad un ammontare complessivo del 20% totale del blend. Il taglio bordolese non ha molto a che fare con questa definizione e fa riferimento a tutti quei vini italiani realizzati con uve originarie di Bordeaux, come il Merlot o il Cabernet Sauvignon.

Previous Post Next Post