Vino Grillo: storia e produzione
Nonostante la sua storia recente, il Grillo è considerato tra i più tipici e caratteristici vini bianchi del territorio siciliano, grazie ad un profilo aromatico intenso capace di evocare immediatamente i profumi tipici dell’isola di provenienza: fiori di zagara, fiori gialli, agrumi e macchia mediterranea. Esistono però diverse interpretazioni, la cui differenza è accentuata dall’identità stessa dell’uva, fondata essenzialmente su diverse dualità.
L'uva utilizzata per la produzione dei vini Grillo nasce dall’incrocio di due varietà autoctone: il Catarratto e lo Zibibbo, altrimenti detto Moscato di Alessandria. Primo autore di questo incrocio che porterà alla nascita del vitigno Grillo fu il barone Antonio Mendola, agronomo, ampelografo e letterato siciliano originario di Favara. Le sue brillanti intuizioni erano volte all’identificazione di soluzioni per far fronte alle malattie della vite mediante l’esecuzione di innesti e la creazione di ibridi. Tra le migliaia di incroci si distinse quello che realizzò a partire dal 1873, che battezzò come Moscato Catarratto Cerletti, in onore dell’amico direttore della prestigiosa scuola enologica di Conegliano, e che si diffuse poi con grande successo in tutta la parte occidentale della Sicilia per via della sua resistenza e per un profilo aromatico capace di unire con eleganza la freschezza e la mineralità del Catarratto all’espressività aromatica dello Zibibbo. Sul finire dell’Ottocento questa varietà conobbe una rapida diffusione per poi cadere lentamente in oblio nel corso del Novecento in favore di varietà più produttive e dalla storia più antica.
Recentemente rivalutata per il suo inimitabile e molto espressivo profilo aromatico, l‘uva Grillo è utilizzata per la produzione di vini bianchi morbidi, freschi e profumati che si prestano a molteplici abbinamenti gastronomici.
La doppia identità dei vini Grillo
Esistono due differenti biotipi di Grillo. Entrambi sono resistenti alla peronospora ma molto sensibili all’oidio e presentano leggere differenze. Posto che entrambi i biotipi sono inclini a sviluppare buone concentrazioni zuccherine mantenendo un basso pH, il biotipo A, a grappolo compatto, dà vita ad acini mediamente più freschi e ricchi di struttura rispetto a quelli del biotipo B a grappolo spargolo, caratterizzato da una maggiore aromaticità di frutta e spezie.
Infine, i vini Grillo possono essere suddivisi, a titolo esemplificativo, in due principali espressioni a seconda del metodo di produzione e dell’approccio scelto in cantina.
- La prima interpretazione nasce da un approccio moderno che tende, mediante vinificazioni in acciaio e in assenza di ossigeno, alla produzione di vini bianchi Grillo giovani, freschi e immediati, facili da bere. Esempi di questa tipologia sono il Grillo Tasca d’Almeritae quelli di grandi produttori come, per esempio, Firriato e Donnafugata.
- La seconda categoria è rappresentata invece da quelle espressioni più intense e complesse nate da un approccio tradizionale che prevede la macerazione delle bucce nel mosto, per ottenere più struttura e carica aromatica, e l’apporto naturale di ossigeno in fase di produzione, con ossidazioni più o meno accentuate. Appartengono a quest’ultima categoria etichette iconiche come quelle di Barraco e di Aldo Viola, senza dimenticare l’Integer della storica cantina De Bartoli, ma anche i famosi Marsala.
Le caratteristiche dei vini Grillo
Contraddistinto da un profilo aromatico molto espressivo, il vino Grillo è coinvolgente e territoriale. Questa caratteristica ha contribuito al suo successo e lo rende oggi uno dei più apprezzati vini siciliani. Generalmente si presenta con un colore giallo paglierino intenso che tende a virare verso il dorato. I profumi richiamano gli agrumi, le erbe aromatiche, il mare, i fiori di zagara e, per le espressioni più evolute, anche il fieno e i fiori secchi. Al palato il Grillo è asciutto, caldo, morbido e ricco, dalla freschezza ben presente ma mai eccessiva. Alcune interpretazioni prodotte lungo la costa occidentale sono caratterizzate da sfumature salmastre e inconfondibilmente marine, con interessanti note di salmastre e di salicornia unite a nuance di frutta e macchia mediterranea. Molte di queste sono il frutto del lavoro di piccoli produttori artigianali che praticano macerazioni sulle bucce e offrono interpretazione molto intense e di grande carattere, cariche di colore e dai profumi in continua evoluzione nel bicchiere.
I migliori vini Grillo: abbinamenti e prezzi
Di norma il vino Grillo predilige l’abbinamento con una cucina di mare molto saporita anche se le espressioni più giovani, fresche e beverine sono ottime anche come aperitivo, antipasti delicati e stuzzichini salati. I migliori abbinamenti sono le pietanze a base di polpo, crostacei o frutti di mare, tra cui: insalate di pesce, carpacci di seppia, linguine all’astice, polpo alla Luciana o in umido, astice alla catalana, cozze alla marinara o alla sorrentina, sauté di vongole, canocchie, cannolicchi, mazzancolle e gamberoni in varie preparazioni. Tra le ricette consigliate da abbinare al vino Grillo di Sicilia ci sono anche i brodetti e le zuppe di pesce, gli spaghetti allo scoglio, i risotti alla marinara, i calamari ripieni, le triglie all’acqua pazza o le seppioline in umido. La cucina regionale offre varie alternative, dalla pasta con le sarde a quella con le melanzane e il pesce spada. Tra i piatti che non sono di mare sono da prediligere le ricette con verdure e legumi o le carni bianche. Alcuni produttori consigliano, ad esempio, l’accostamento con le melanzane fritte o gli arancini.
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