Vini Rossi del Piemonte

Il vasto panorama dei vini rossi piemontesi è un universo imprescindibile per ogni vero wine lover. Le grandi eccellenze che tutta la regione è in grado di offrire hanno una notevole risonanza internazionale e sono conosciute in tutto il mondo. L’uva Nebbiolo è alla base di una storica e gloriosa tradizione che comprende Barolo e Barbaresco nelle Langhe, Roero dall’altra parte del fiume Tanaro, Carema nel Canavese, Lessona, Bramaterra, Gattinara, Ghemme e Boca nelle province settentrionali. Il vitigno più coltivato è però la Barbera, che raggiunge il vertice qualitativo nel Monferrato con la denominazione Nizza. Dolcetto, Grignolino, Ruché, Pelaverga e Vespolina sono altri protagonisti di un panorama tanto vasto e articolato quanto affascinante e ricco di emozioni.

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88 -@@-8-Wine Spectator
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93 -@@-11-Luca Maroni
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3 -@@-1-Gambero Rosso
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92 -@@-8-Wine Spectator
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97 -@@-11-Luca Maroni
3 -@@-1-Gambero Rosso
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91 -@@-5-Veronelli
93 -@@-11-Luca Maroni
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87 -@@-5-Veronelli
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4 -@@-3-Bibenda
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90 -@@-8-Wine Spectator
92 -@@-9-James Suckling
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91 -@@-5-Veronelli
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97 -@@-11-Luca Maroni
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92 -@@-5-Veronelli
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91 -@@-5-Veronelli
3 -@@-2-Vitae AIS
92 -@@-8-Wine Spectator
94 -@@-7-Robert Parker
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Il vasto panorama dei vini rossi piemontesi è un universo imprescindibile per ogni vero wine lover. Le grandi eccellenze che tutta la regione è in grado di offrire hanno una notevole risonanza internazionale e sono conosciute in tutto il mondo. L’uva Nebbiolo è alla base di una storica e gloriosa tradizione che comprende Barolo e Barbaresco nelle Langhe, Roero dall’altra parte del fiume Tanaro, Carema nel Canavese, Lessona, Bramaterra, Gattinara, Ghemme e Boca nelle province settentrionali. Il vitigno più coltivato è però la Barbera, che raggiunge il vertice qualitativo nel Monferrato con la denominazione Nizza. Dolcetto, Grignolino, Ruché, Pelaverga e Vespolina sono altri protagonisti di un panorama tanto vasto e articolato quanto affascinante e ricco di emozioni.

Tutte le sfumature del vino rosso piemontese

La regione offre alcuni degli esempi più virtuosi della perfetta sinergia tra vitigno e territorio. L’uva di tipo Nebbiolo, per esempio, da molti considerata come il grande autoctono regionale, assume nomi e caratteristiche diverse a seconda dei vari micro-terroir in cui viene coltivato.

I cloni più celebri danno vita alle DOCG di Barbaresco e Barolo, vere e proprie glorie nazionali. Se la prima denominazione comprende i soli comuni di Barbaresco, Neive, Treiso e parte della frazione di San Rocco, la seconda comprende ben 11 comuni: Barolo, Castiglione Falletto, Serralunga d’Alba, La Morra, Monforte d’Alba, Roddi, Verduno, Cherasco, Diano d’Alba, Novello e Grinzane Cavour. Questi territori costituiscono il cuore delle Langhe: un territorio collinare nella provincia di Cuneo caratterizzato da terreni argillosi e calcarei.

Sempre in provincia di Cuneo, separato dalle Langhe dal fiume Tanaro, si estendono le colline del Roero, caratterizzate da una composizione del suolo più sabbiosa. Qui, dalla stessa uva, nasce l’omonima denominazione, oggi in forte ascesa produttiva.

Al confine con la Val d’Aosta viene prodotto il Carema, frutto di una viticoltura eroica di lunga tradizione che si serve di antichissime pratiche agricole, come quella della topia canavese, una forma di allevamento a pergola della vite, disposta su terrazzamenti e sostenuta da grossi piloni rocciosi. Nasce così un vino rosso piemontese di montagna, caratterizzato da tensione, freschezza, mineralità, carattere ed eleganza.

La parte settentrionale della regione offre eccellenze altrettanto valide e meno conosciute, dotate di una grandissima longevità. In provincia di Biella si produce il Lessona e il Bramaterra. Nella provincia di Vercelli troviamo invece il Gattinara, mentre in quella di Novara il Ghemme e il Boca.

Il Monferrato invece è il regno della Barbera, un vitigno forte e generoso che raggiunge massima potenza e complessità nelle denominazioni di Barbera d’Asti e di Nizza DOCG. Lo stesso vitigno è coltivato con ottimi risultati anche nelle Langhe e nel resto della regione. Molto spesso viene vinificato fermo e secco, più raramente in versione frizzante. La tendenza oggi maggioritaria è quella di valorizzare le sue doti più intense, calde e strutturate.

Il Dolcetto, vitigno autoctono tradizionale, si esprime con successo in diversi territori comunali, andando a costituire differenti denominazioni. Le sue caratteristiche più comuni sono la freschezza, la delicatezza e l’immediatezza di beva.

Nelle Langhe troviamo:

  • Dogliani DOCG
  • Dolcetto di Diano d’Alba DOCG
  • Dolcetto d’Alba DOC

Nel Monferrato:

  • Dolcetto d’Asti DOC
  • Ovada DOCG

Altri vini del Piemonte rossi strettamente territoriali e tradizionali sono: Grignolino del Monferrato Casalese, Ruchè di Castagnole Monferrato, Pelaverga di Verduno, Brachetto d’Acqui e Freisa di Chieri.

Si tratta solo di alcuni dei nomi più celebri e conosciuti dei vini rossi del Piemonte. Il panorama complessivo è infatti quanto mai vasto e diversificato. Basti pensare che sempre più produttori si dedicano anche a vitigni internazionali, come per esempio il Pinot Nero, ma si tratta solo di casi eccezionali e sporadici. La maggior parte dei produttori preferisce rimanere fedele alle più salde tradizioni, basate su quella stretta sinergia tra vitigni e territorio che ha regalato tante soddisfazioni ed emozioni in tutto il mondo.

I migliori accostamenti gastronomici

I grandi vini rossi piemontesi sono presenti sulle più prestigiose tavole di tutto il mondo. La complessità, la ricchezza, la struttura, l’eleganza e le grandi potenzialità di evoluzione di queste espressioni regalano emozioni uniche che possono essere esaltate da alcuni abbinamenti culinari.

Come la gran parte dei rossi, i vini piemontesi a base di Nebbiolo, per esempio, per via della trama tannica solida e piacevolmente astringente, danno il meglio di sé in abbinamento a piatti di carne succulenti e saporiti, ricchi di sugo e intingoli. Tapulòn, brasà e civet sono alcuni esempi di spezzatini, brasati e stracotti. Ottime alternative sono rappresentate da tartufo e formaggi stagionati come il Castelmagno.

Le più comuni espressioni di Barbera risultano invece più versatili sulla tavola quotidiana. Possono accompagnare primi e secondi piatti come: caponet, agnolotti, vitello tonnato, finanziera e fritto misto. La freschezza e la delicatezza del Dolcetto risultano essere il perfetto accompagnamento a tartare di carne, salumi e insaccati, pesciolini e verdure in carpione.

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