L'origine dei vini con le bollicine
La storia dei vini frizzanti è strettamente legata a quella degli spumanti, con cui condividono i vari metodi di produzioni. La differenza tra i vini frizzanti e gli spumanti è innanzitutto la pressione interna presente nella bottiglia: non inferiore a 3 bar per gli spumanti e compresa tra 1 e 2,5 bar per i frizzanti, in condizioni di 20°C di temperatura.
L’origine delle bollicine nel succo d’uva fermentato è antichissima, visto che la sua esistenza è testimoniata già nel Libro nei Salmi e poi in Omero, Virgilio, Orazio, Properzio, Lucano e Plinio il Vecchio. Al tempo dell’Antica Roma se ne conoscevano due principali tipologie: l’Aigleucos era un nettare dolce miscelato con miele nato in anfore di terracotta sigillate poste in acque fredde al fine di bloccare la fermentazione e mantenere l’anidride carbonica dentro il contenitore; l’Ancinatico era invece un mosto di uve passite parzialmente fermentato in anfore sigillate. Queste tipologie erano conosciute anche con gli attributi di “spumenscens”, “titillans” e “saliens” che indicavano la briosa vivacità delle bollicine di anidride carbonica.
Altre importanti testimonianze di questa tipologia si ritrovano in età moderna, nel Cinquecento, tramite gli scritti del medico veronese Girolamo Fracastoro, di Andrea Bacci, medico del papa Sisto V, e di Girolamo Conforti. Nel frattempo la creazione di bottiglie di vetro resistenti apre la strada, nel corso del ‘600, alla pratica della rifermentazione in bottiglia e, in Francia, alla nascita del metodo champenoise.
Le bollicine di anidride carbonica hanno quindi attraversato i secoli e accompagnato da sempre le abitudini gastronomiche dell’uomo. Il fenomeno della formazione di anidride carbonica è sempre stato considerato misterioso, fortuito e casuale fino alle ricerche di Pasteur sul processo di fermentazione, che rivelarono come il fenomeno fosse dovuto all’azione dei lieviti che trasformano gli zuccheri in alcool e anidride carbonica.
Come vengono prodotti i vini frizzanti
Oggi i metodi di produzioni per ottenere vini bianchi mossi sono essenzialmente due e si basano entrambi sulla pratica di fermentazione in contenitori chiusi ermetici, come facevano gli antichi romani con le anfore per non permettere che l’a