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Vini Scirto

“L’unica chimica è quella dell’amore”: l’avventura di due giovani vignaioli sull’Etna
Regione Sicilia (Italia)
Anno Fondazione 2009
Ettari vitati 2.5
Produzione annuale 8.000 bt
Indirizzo Vini Scirto, C.da Feudo di Mezzo - 95012 Passopisciaro (CT)
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Vini Scirto è una piccola cantina artigianale situata sulle pendici dell’Etna in località Passopisciaro, una frazione di Castiglione di Sicilia. Qui Giuseppe Scirto e Valeria Franco si occupano dal 2009 della coltivazione di 2,5 ettari di terreno, ereditati dal nonno di Giuseppe, uniti dall’amore reciproco e da una passione viscerale per la propria terra. Prima di lanciarsi in questa avventura Giuseppe era un perito informatico e Valeria una laureanda in lingue straniera. La loro scelta è stata quella di continuare a produrre vino come faceva il nonno Don Pippinu e come hanno sempre fatto i suoi avi prima di lui, senza usare sostanze chimiche di sintesi. Per questo motivo Giuseppe e Valeria si definiscono vignaioli eretici, con le radice ben saldi nelle tradizioni secolari della propria terra e legati ad un’idea rigorosa di autentica artigianalità.

I pochi ettari di terreno della cantina Scirto sono popolati da viti a piede franco di età compresa tra 80 e 100 anni e suddivisi tra due appezzamenti: uno in Contrada Feudo di Mezzo e l’altro in Contrada Porcaria, a circa 650 metri di altitudine. A partire dal 2017 sono stati affittati altri due piccoli appezzamenti in contrada Randazzo, uno a 700 e l’altro a 1.000 metri di altitudine. Nonostante si trovino a poca distanza l’uno dall’altro, ogni piccolo appezzamento presenta caratteristiche molto diverse, dovute essenzialmente alla stratificazione di colate laviche differenti. Nel rispetto degli insegnamenti del nonno Don Pippino, in vigna è abolita ogni forma di meccanizzazione e di diserbo. La stessa radicale fedeltà alla tradizione contadina vige in cantina: “l’unica chimica che utilizziamo è il nostro amore” ama ripetere Valeria.

Le bottiglie di Vini Scirto sono il frutto di una piccola produzione di appena 4.000 bottiglie. Si potrebbero definire “vin de garage”, data l’artigianalità dei processi, i numeri ancora molto piccoli e la scelta di produrre senza avvalersi di figure professionali come enologi o agronomi. Oggi vengono prodotte tre etichette: due rossi da Nerello Mascalese e Nerello Cappuccio, ottenuti da due differenti contrade, e un bianco nato dall’unione di Carricante, Catarratto, Minnella e Grecanico. Questi vini esprimono in maniera diretta e sincera il terroir da cui provengono e possono essere definiti come l’originale impasto tra una mineralità vulcanica, fatta di felci e grafite, e una macchia mediterranea costituita da arbusti, erbe spontanee e bacche selvatiche.

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