Vini della Liguria

I vini liguri offrono uno scorcio unico e affascinante del panorama enologico italiano. La produzione è limitata nelle quantità, perché deve fare i conti con un paesaggio impervio prevalentemente montuoso e collinare, ricco di foreste, che rende spesso la coltivazione della vite un’impresa eroica. La varietà di vitigni autoctoni come Vermentino, Pigato e Rossese, per citare i più famosi, e la sedimentazione di pratiche e tradizioni che risalgono all’Antichità contribuiscono a dipingere un affresco di grande tipicità, in cui le fresche brezze collinari si uniscono ai profumi del mare tratteggiando un corredo aromatico inconfondibilmente mediterraneo.

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90 -@@-8-Wine Spectator
88 -@@-9-James Suckling
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88 -@@-8-Wine Spectator
88 -@@-9-James Suckling
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88 -@@-5-Veronelli
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88 -@@-5-Veronelli
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87 -@@-5-Veronelli
2 -@@-1-Gambero Rosso
4 -@@-3-Bibenda
96 -@@-11-Luca Maroni
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3 -@@-2-Vitae AIS
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91 -@@-8-Wine Spectator
89 -@@-5-Veronelli
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5 -@@-3-Bibenda
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90 -@@-8-Wine Spectator
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3 -@@-1-Gambero Rosso
5 -@@-3-Bibenda
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3 -@@-2-Vitae AIS
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5 -@@-3-Bibenda
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2 -@@-6-Slowine
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I vini liguri offrono uno scorcio unico e affascinante del panorama enologico italiano. La produzione è limitata nelle quantità, perché deve fare i conti con un paesaggio impervio prevalentemente montuoso e collinare, ricco di foreste, che rende spesso la coltivazione della vite un’impresa eroica. La varietà di vitigni autoctoni come Vermentino, Pigato e Rossese, per citare i più famosi, e la sedimentazione di pratiche e tradizioni che risalgono all’Antichità contribuiscono a dipingere un affresco di grande tipicità, in cui le fresche brezze collinari si uniscono ai profumi del mare tratteggiando un corredo aromatico inconfondibilmente mediterraneo.

La tipicità dei vini della Liguria

Le grandi fatiche e i sacrifici necessari per coltivare la vite in Liguria sono ripagati ed ampiamente giustificati dalla grande tipicità che i vini liguri riescono a trasmettere. Nei casi migliori è possibile rivivere con i sensi le emozioni suscitate dai suggestivi paesaggi di colline verdi che si tuffano nel mare e che si traducono nel calice in un impasto di sentori mediterranei e marini, erbe aromatiche e frutta matura, con cristallizzazioni minerali, sapide e marine. Il Vermentino ligure, per esempio, prodotto nel versante costiero di levante e in particolare nei Colli di Luni, porta con sé i tratti inconfondibili degli elementi presenti sul territorio: tanti fiori, agrumi, erbe aromatiche ad acqua marina. Altrettando si può dire del Pigato coltivato nella Riviera di Ponente, da considerare, con tutta probabilità, come un clone particolare dello stesso vitigno. Il Cinqueterre Bianco racchiude la magia di uno dei più suggestivi territori marittimi della nostra penisola e viene prodotto da vitigni autoctoni presenti solo in questo contesto, come Bosco e Albarola. Dalle stesse uve, sottoposte ad appassimento, nasce il raro e prezioso Sciacchetrà, un nettare dolce e concentrato di impareggiabile ricchezza aromatica. L’eccellenza produttiva della regione non riguarda solo i bianchi e comprende rossi dal profilo fresco, sottile e mediterraneo, dotati di carattere, freschezza e sapidità. Il Rossese di Dolceacqua è una delle più celebri denominazioni e prevede l’utilizzo in purezza dell’omonimo vitigno. Altre uve coltivate sono il Vermentino Nero, la Granaccia, il Ciliegiolo, il Sangiovese, la Barbera e l’Ormeasco, clone territoriale del Dolcetto piemontese. Da questa varietà di luoghi e vitigni nascono piccole produzioni tipiche e territoriali di alto valore, ottenute da piccoli produttori artigiani come Walter De Battè, Nino Perrino o Fausto De Andreis di Rocche del Gatto, oppure da cantine più celebri come Cantina Bisson, che raggiunge medie dimensioni.

La produzione regionale

I vini della Liguria nascono molto spesso da una viticoltura eroica e coraggiosa, condotta su terrazzamenti molto ripidi che, sulla fascia costiera, degradano precipitosamente nel mare. Con pazienza, duro lavoro e tanta fatica, i produttori locali coltivano la vite in un territorio difficile, dove tutti i lavori devono essere effettuati manualmente e niente è meccanizzabile. La tendenza è sempre più quella di valorizzare i vitigni autoctoni e di gestire il vigneto in maniera sostenibile ed ecologica, anche per preservare l’incredibile bellezza degli scenari. I vigneti sono diffusi un po’ in tutto il territorio regionale, suddivisi in appezzamenti molto piccoli per un totale complessivo di poco più di 2.000 ettari. Per rendersi conto della frammentazione e delle piccole dimensione dei terreni vitati è utile tenere presente come quasi 2/3 delle aziende produttrici non possiede più di 1 ettaro. Si tratta di una superficie molto piccola, soprattutto se paragonata a quella di altre regioni, contrassegnata da difficoltà strutturali dovute principalmente alle pendenze e alla conformazione irregolare della colline. Per questo i vigneti sono articolati in terrazze, ciglioni e ripiani accordati. La piccola produzione complessiva della regione comprende sia vino rosso, particolarmente rinomato per freschezza e aromi, che bianco. Viene realizzata quasi sempre con vinificazioni e affinamenti solo in acciaio, per mantenere integri gli aromi primari dell’uva e i profumi del territorio, ma si possono verificare anche use modesti di barrique e botti grandi per le espressioni più intense e strutturate.

A tavola con i piatti tipici

I migliori vini liguri riescono a racchiudere il fascino e la bellezza del paesaggio in cui sono nati. Vermentino e Pigato sono ottimi con piatti di mare e verdure come il Cappon magro, per via della loro freschezza e di una sapidità marina che rende il pasto saporito e appagante. Quando raggiungo una buona struttura, magari per merito di una macerazione sulle bucce, si sposano alla perfezione anche con le trenette al pesto e la spigola alla ligure, con patate e olive taggiasche, oltre che con focacce, torte salate e formaggi freschi. Il Cinque Terre Bianco è particolarmente indicato con crostacei, acciughe salate e fritture miste di pesce. La sua aromaticità e la sua freschezza sapranno valorizzare le più prelibate e saporite portate di mare. Altri bianchi, non molto strutturati, possono essere accostati invece alle linguine alla genovese con frutti di mare, al basilico, pomodoro e mozzarella oppure ai gianchetti, il pesce azzurro di piccola dimensione servito con olio e limone. Il Rossese di Dolceacqua o l’Ormeasco possono essere abbinati a piatti di pesce saporiti come il musciame di tonno rosso o la buridda quando sono giovani e poco strutturati. Le espressioni più intense, evolute e corpose sono invece da preferire con piatti di terra come pansoti con salsa di noci, pappardelle al ragù e coniglio alla ligure con olive e pinoli. Infine lo Schiacchetrà è perfetto con dolci tipici come la torta sacripantina, gli amaretti o il panforte. Le migliori espressioni sono però da meditazione e vanno bevute da sole.

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