Luigi Tecce

La cantina di Luigi Tecce si trova in contrada Trinità a Paternopoli, nella zona DOCG del Taurasi. Luigi rappresenta la quarta generazione di una famiglia di viticoltori, ma non segue subito la tradizione familiare ed inizia la carriera di fantino; non per nulla dedica l’Aglianico imbottigliato nel 2001 a Varenne, il grande trottatore, che in quell’anno ha conseguito i suoi massimi trionfi. La morte del padre, avvenuta nel 1997, obbliga Luigi a lasciare i cavalli e a ritornare alla sua terra per coltivare poco più di un ettaro di vigna impiantato con ceppi molto vecchi, che risalgono al 1930.
Oggi i vecchi vigneti di famiglia sono frazionati in piccoli appezzamenti a Paternopoli, uno dei territori del Taurasi più espressivi, non solo grazie all’altitudine compresa tra i 500 e i 600 metri, ma anche in virtù dell’esposizione a sud, che permette un’ottima maturazione delle uve.
Luigi è un personaggio notevolissimo, che ama essere controcorrente, non si rivolge ad un enologo in pianta stabile, ma accetta solo i consigli dell’amico Vincenzo Mercurio. La sua vendemmia dura sempre molto più di quella degli altri viticoltori della zona, poiché raccoglie i grappoli uno ad uno, man mano che giungono ad una maturazione perfetta. I suoi vini sono perle che brillano di luce intensissima nel panorama dei vini dell’Irpinia, e nei loro nomi racchiudono l'anima poetica e letteraria di Luigi.

La cantina di Luigi Tecce si trova in contrada Trinità a Paternopoli, nella zona DOCG del Taurasi. Luigi rappresenta la quarta generazione di una famiglia di viticoltori, ma non segue subito la tradizione familiare ed inizia la carriera di fantino; non per nulla dedica l’Aglianico imbottigliato nel 2001 a Varenne, il grande trottatore, che in quell’anno ha conseguito i suoi massimi trionfi. La morte del padre, avvenuta nel 1997, obbliga Luigi a lasciare i cavalli e a ritornare alla sua terra per coltivare poco più di un ettaro di vigna impiantato con ceppi molto vecchi, che risalgono al 1930.
Oggi i vecchi vigneti di famiglia sono frazionati in piccoli appezzamenti a Paternopoli, uno dei territori del Taurasi più espressivi, non solo grazie all’altitudine compresa tra i 500 e i 600 metri, ma anche in virtù dell’esposizione a sud, che permette un’ottima maturazione delle uve.
Luigi è un personaggio notevolissimo, che ama essere controcorrente, non si rivolge ad un enologo in pianta stabile, ma accetta solo i consigli dell’amico Vincenzo Mercurio. La sua vendemmia dura sempre molto più di quella degli altri viticoltori della zona, poiché raccoglie i grappoli uno ad uno, man mano che giungono ad una maturazione perfetta. I suoi vini sono perle che brillano di luce intensissima nel panorama dei vini dell’Irpinia, e nei loro nomi racchiudono l'anima poetica e letteraria di Luigi.
"Luigi Tecce passerà alla storia dell'Iripinia vitivinicola per essere una voce fuori dal coro, portatore però di una sentimentalità vitivinicola davvero unica"
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