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Ricolla

Region Liguria (Italia)
Address 16034 Portofino (GE)

La Ricolla nasce nel 2004, dopo una ventennale esperienza maturata presso l’azienda di famiglia: Daniele Parma sviluppa via via l’idea di una vitivinicoltura condotta esclusivamente intorno al rispetto dei cicli vegetativi delle piante e dell’ecosistema che le circonda, emancipandosi da quel modo tipico di fare agricoltura e produrre vino che aveva così stereotipato gli anni Ottanta. La decisione vera e propria arriva dopo la pessima vendemmia 2010, quando inizia ad impegnarsi in una conduzione orientata esclusivamente all’agricoltura biologica che porterà immediatamente a frutti di qualità superiore e, di conseguenza, all’abbandono di tecniche invasive e prodotti di sintesi in cantina. L’incontro con le affascinanti personalità di Stefano Bellotti, il compianto maestro di Cascina degli Ulivi, e dell’enologo Saverio Petrilli, folgorano Daniele sulla via di un nuovo modo di fare vino: nel 2017 si accosta alla biodinamica e matura la forte consapevolezza di una spontanea quanto necessaria interazione fra uomo e natura fondata sull’equilibrio.

La Ricolla significa recupero di antichi vigneti abbandonati, all’interno della emozionante area del golfo del Tigullio, quella parte del levante ligure che fa capo a Rapallo ed esprime una conformazione geografica impervia. La proprietà ha preso vita attraverso un’opera ostinata ed eroica di composizione e si estende su circa 5 ettari, divisi in differenti parcelle situate in comuni diversi. La prima vigna in ordine di tempo è quella di Tolceto, nel paese di Né, coltivata a Sangiovese e Ciliegiolo, mentre la più spettacolare è probabilmente quella del Vermentino di 50 anni a Cogorno, presso la trecentesca basilica dei Fieschi. La Bianchetta Genovese è impiantata nelle due micro parcelle di La Priorìa, 0,4 ettari in comune Carasco, e Verici, 0,5 ettari a Casarza Ligure, con piante che contano anche 40 anni di età. I terreni sono caratterizzati da composizioni di limo e sabbia con sottosuolo calcareo e posizionati su pendenze ripide e complicate, a cui il mare antistante non fa mai mancare il suo alito.

Daniele Parma svolge ogni attività di cantina nell’assoluto rispetto della materia prima raccolta in vigna, senza nessuna operazione invasiva, né utilizzo di coadiuvanti chimici. Le fermentazioni sono condotte esclusivamente dai lieviti indigeni, con pressature dirette o pigiature all’interno di tini in cemento o vasche d’acciaio. Le macerazioni sulle bucce sono lunghe, fino agli estremi 150 giorni di “Oua al Quadrato”, e di pari passo gli affinamenti, che si svolgono tutti in anfore di terracotta di produzione italiana.

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