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Calafè

Dai libri al vino, il passo breve nel segno della passione
Regione Campania (Italia)
Ettari vitati 2
Produzione annuale 32.000 bt
Indirizzo Viale dei Fiori 45 - 83030 Prata di Principato Ultra (AV)
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La cantina Calafè, alle spalle della magnifica città di Napoli, nell’entroterra Campano, si dipana la montuosa regione dell’Irpinia, nella vasta provincia di Avellino, funestata nel passato da terribili episodi sismici. Qui si è realizzato il sogno di lunga data di Benito Petrillo, che per anni è stato proprietario di una libreria molto nota nel centro del capoluogo di provincia. La grande passione e la pazienza necessaria nell’editoria, gli investimenti a lungo termine, sono atteggiamenti che trovano, in tutti i sensi, terreno fertile anche nel campo vitivinicolo. L’evoluzione determinata dallo scorrere del tempo, il migliorarsi con pazienza, le caratteristiche di trasformazione che incontrano positivamente il gusto del pubblico, i valori del mondo dei libri poco si discostano da quelli necessari per avere successo nel campo enoico.

Calafè si fa, quindi, degno rappresentante del territorio, essendone egli stesso un cultore. Acquistando circa due ettari di terreno nel cuore dei monti dell’Irpinia nel 1999. Il Greco di Tufo e l’Aglianico, vitigni autoctoni di questa regione e che stanno ricevendo l’interesse tanto agognato negli ultimi anni, affondano le proprie radici su terreni ricchi di zolfo, a ridosso di una collina soleggiata, presso Prata Principato Ultra. La cantina è di piccole dimensioni e riesce a praticare un minuzioso controllo sulle fasi di vinificazione, concentrandosi sul mantenimento del grande regime qualitativo. Le uve compiono la fermentazione alcolica in vasche di acciaio inossidabile a bassa temperatura, trascorrendo successivamente un intero anno sulle fecce fini. Svolgono, durante questo periodo, la fermentazione malolattica, che ne affina e ammorbidisce le caratteristiche sensoriali.

I rossi e i bianchi della Calafè vedono le proprie origini dall’amore per le tre nipoti di Benito, che ha deciso di usare l’acronimo dei loro nomi (Camilla, Laura e Federica) per dare un titolo alla propria cantina. Il Greco di Tufo trova, grazie a questo viticoltore, la sua espressione migliore sia nella versione classica, con i distintivi sentori minerali associati alla pietra focaia e abbinati a sfumature agrumate e citriche, che nella versione "Ariavecchia", con i suoi afflati fortemente zolfati, la freschezza smorzata dall’invecchiamento e la forte e piacevole sapidità. Una passione nata per i libri e che è sbocciata nella terra, l’amore per la famiglia, sono valori che ci donano vini straordinari e largamente premiati.

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