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Cascina Val Liberata

Cultura biodinamica, tradizioni e recupero di antichi vitigni del Monferrato
Regione Piemonte (Italia)
Anno Fondazione 2014
Ettari vitati 3.5
Indirizzo Via Alemanno, 9 - 15020 Villamiroglio (AL)
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La cantina Cascina Val Liberata è una realtà giovane nata nel 2014 dal desiderio di Deirdre O’Brien e Maurizio Caffer di cominciare a produrre vino. La tenuta si trova in Piemonte, una terra d’antiche tradizioni nel campo della viticoltura, che da sempre è patrimonio della cultura agricola della regione. Dei 10 ettari di proprietà, circa 3,5 sono destinati alla viticoltura, mentre i restanti sono occupati da boschi e prati, che contribuiscono a creare un ambiente ricco di biodiversità. Le vigne sono coltivate sulle colline del Basso Monferrato, nel territorio di Villamiroglio e Odalengo Grande, in provincia d’Alessandria.

Con grande fedeltà alle più antiche consuetudini della zona, Cascina Val Liberata ha deciso di coltivare solo uve autoctone piemontesi tipiche del Monferrato: l’immancabile Nebbiolo, il Grignolino e una rara varietà a bacca rossa quasi del tutto abbandonata, come la Slarina. Le vigne sono piantate a giropoggio e gestite secondo una filosofia biodinamica. La cantina segue il calendario lunare, utilizza solo preparati biodinamici per rendere più resistenti le vigne alle patologie e per aumentare la naturale vitalità del suolo. Per ridurre al massimo l’utilizzo del rame contro gli attacchi della peronospora, si utilizzano decotti vegetali. Per difendere le vigne dagli attacchi dell’oidio, si usa zolfo di miniera mischiato con argilla e polvere calcarea d’origine marina. Rimedi naturali che permettono di mantenere un ecosistema naturale sano.

Tra i filari si semina il sovescio, in modo da garantire al terreno la presenza di tutte le sostanze nutritive necessarie. Una delle particolarità della Cascina Val Liberata è di aver puntato sul recupero di un vitigno quasi completamente scomparso. La Slarina è un’antica uva piemontese, che nei secoli passati veniva coltivata in Monferrato, conosciuta anche il nome di Cenerina a causa della presenza di un’abbondante pruina. Le piante hanno rese naturali molto basse e all’inizio del ‘900, soprattutto nei reimpianti post-fillossera, è stata abbandonata in favore di vitigni più produttivi, come Barbera e Bonarda. Nel 2007, la Slarina è stata finalmente inserita nel Registro Nazionale delle Varietà di Vite, grazie al lavoro fatto dal del CNR della facoltà Agraria dell’Università di Torino. Nel 2014 Cascina Val Liberata ha piantato la prima vigna di Slarina e oggi è possibile degustare questo rosso fine ed elegante, che dimostra di possedere ottime qualità per donare vini interessanti.

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