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Montesecondo

Il Principe Ranocchio delle colline del Chianti Classico
Regione Toscana (Italia)
Anno Fondazione 2000
Ettari vitati 17.5
Produzione annuale 65.000 bt
Indirizzo Montesecondo, Via Per Cerbaia, 18 - 50026 San Casciano Val Di Pesa (FI)
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La produzione Montesecondo nasce nel 2000 da una precisa domanda che il vignaiolo Silvio Messana si è posto: "che vino mi darà questa terra?“. Vendemmia dopo vendemmia, la risposta è andata delineandosi sempre più chiara, insieme alla consapevolezza di non dover lavorare la terra, ma per la terra, dandole la possibilità di esprimersi in tutte le sue caratteristiche. Così la vigna è divenuta non più solo strumento di produzione, ma organismo vivente e mutevole, in simbiosi con il lavoro dell’uomo, ma non al suo servizio. Affascinato da questa mutevolezza, complessità e capacità di sorprendere, Silvio si è riavvicinato alla Tenuta di Montesecondo, acquistata dal padre nei primi ’60 e dalla quale si era allontano in gioventù per inseguire il sogno di diventare musicista jazz a New York.

I vini Montesecondo raccontano la storia di un ritorno alle origini nel chiantigiano, della trasformazione di una vigna destinata alla sola coltivazione per i grandi nomi della regione alla produzione di vini secondo le regole imposte dalla terra. La superficie vitata della tenuta si estende per circa 17 ettari su terreni dai 350 a 450 metri s.l.m., affini per le uve che ospitano ma differenti per composizione, esposizione e clima. Le varietà di Sangiovese, Canaiolo, Colorino e  Petit Verdot trovano dimora su suoli argillosi e a tratti sabbiosi e su suoli più calcarei. La filosofia di Silvio si è concretizzata nel tempo nell’adozione di un regime biodinamico e nella riscoperta della vinificazione in anfora, lontano dalle tendenze stilistiche meno rispettose della tradizione toscana.

Montesecondo è viva testimonianza, per mezzo delle sue etichette, di come la tipicità dei vitigni autoctoni possa esprimersi quando viene assecondata e non ostacolata da interventi troppo aggressivi. Così come un buon assolo di jazz, i vini della Cantina si rivelano per una complessità talvolta ruvida, ma dall’anima raffinata e aristocratica, che nelle mani di un capace interprete liberano tutta la propria potenza. Sotto la guida di Silvio, la Tenuta ha saputo proporre in Italia e all’estero, un’inedita versione del territorio del Chianti, in una storia di successo che ricorda l’ultima riga delle favole.

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