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Castello di Monsanto

Un tesoro della Toscana, sapori di tradizione e innovazione
Regione Toscana (Italia)
Anno Fondazione 1962
Ettari vitati 72
Produzione annuale 400.000 bt
Indirizzo Castello di Monsanto, Via Monsanto, 8 - 50028 Monsanto (FI)
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Il Castello di Monsanto risale alla metà del 1700 e da cinquant’anni è diventato la casa dei pregiati Chianti della famiglia Bianchi. Aldo Bianchi divenne proprietario del castello nel 1961 e fin dal primo momento rimase affascinato dal panorama pittoresco del luogo, immerso nel verde collinare della Val d’Elsa.

Il castello venne dato in dono per le nozze del figlio Fabrizio e la consorte Giuliana e questa fu l’origine di una bellissima storia d’amore e passione per il vino. Fabrizio e Giuliana iniziarono a impiantare nuove vigne e a ristrutturare i casali circostanti, consapevoli dell’immenso valore della terra del Chianti Classico. Il primo cru di Chianti Classico nasce nel 1962, data in cui avviene la prima vinificazione all’interno della Denominazione. Con il passare degli anni Fabrizio intraprese decisioni sempre più rivoluzionarie, scegliendo di dedicarsi interamente al Sangiovese: ad oggi dei 72 ettari vitati posseduti dalla famiglia, 56 sono di questo prezioso vitigno. Il bosco è la culla dei vigneti del Castello di Monsanto, coronato dalle sorgenti del Cepparello e dell’Amaioni e attraversato da falde acquifere. Il rispetto per la natura, per i suoi tempi e per i suoi spazi, è sempre stato fondamentale, come testimoniato dal rifiuto di ogni trattamento chimico. Nel 1982 Fabrizio fece iniziare la costruzione di una galleria, utilizzando la tecnica medievale delle centine in legno per dar forma ad un lunghissimo e suggestivo arco etrusco ribassato: sotto queste volte i vini riposano, maturando o invecchiando, in una cantina con uno storico di bottiglie tra i più importanti d’Italia.

Dal 1996 la gestione del Castello di Monsanto è passata alla terza generazione Bianchi: la figlia Laura, che ha fatto diventare le scelte rivoluzionarie del padre una solida tradizione della sua cantina. Alla luce delle tecniche insegnate dal padre e dell’esperienza tramandata dalle persone del Monsanto, Laura ha lavorato sull’identità, la riconoscibilità e la piacevolezza dei suoi vini…emozioni e passioni racchiuse in pregiati Chianti.

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