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Domaine de la Pinte

Savagnin in primo piano, l'energia biodinamica dello Jura
Regione Jura (Francia)
Anno Fondazione 1953
Ettari vitati 34
Indirizzo Route de Lyon - 39600 Arbois (Francia)
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La cantina Domaine de la Pinte sorge nel cuore dello Jura, una zona di frontiera che connette il Digione alla Svizzera e che ha sempre subito la concorrenza della prestigiosa e vicina Borgogna. Quest’area, tra le più estreme per la coltivazione della vite, risulta una delle meno esplorate della Francia, nonostante i prestigiosi suoli composti da marne blu e alle particolari tecniche di vinificazione in botte scolme. Qui, tra i comuni di Arbois e Pupillin, Domaine de la Pinte ha piantato le sue radici nel 1953 e oggi con i suoi 34 ettari vitati, di cui 17 dedicati solamente alla coltivazione del Savagnin, l’uva regina dello Jura, è una della realtà più simboliche del panorama e la più grande tenuta di Savagnin. Il fondatore è Roger Martin, geologo e appassionato di enologia, che ha saputo sfidare la moda dei grandi francesi e credere nelle potenzialità di questo terroir, investendo inizialmente in 14 ettari per coltivare esclusivamente Savagnin. Oggi Pierre Martin guida la tenuta e ha deciso di puntare su un’agricoltura sostenibile e rispettosa, avvalendosi della consulenza dell’enologo Bruno Ciofi, compagno di scuola di Nicolas Joly, padre della biodinamica. Nascono così etichette di territorio, schiette e sincere, che “sanno” di Jura.

Domaine de la Pinte sorge su una striscia di terra posta a 400 metri di altitudine che percorre i comuni di Arbois fino a Chateau Chalon. Il clima è semicontinentale e risente in piccola parte delle correnti dell’oceano. Il suolo è caratterizzato da marne blu, grigie e nere con presenza di calcare e fossili, quest’ultimi spiegano come questa terra centinaia di milioni di anni fa fosse sommersa dal mare. Oltre al già citato Savagnin, il Domaine alleva due varietà locali a bacca rossa, Pulsard e Trousseau, e i nobili internazionali Pinot Noir e Chardonnay. I terreni dal 1999 sono lavorati in biologico e dal 2009 la tenuta si è convertita alla biodinamica. L’approccio mira ad una filosofia non interventista che vieta ogni forma di chimica in vigna per preservare l’integrità del terreno. Anche in cantina si prosegue con un metodo molto attento, in cui si previlegiano le fermentazioni spontanee con lieviti indigeni e affinamenti in pièce, evitando filtrazioni, chiarificazioni e processi invasivi.

Tra le linee proposte dalla cantina oltre al Vin Jaune, ottenuto da una vinificazione ossidativa in botte scolme e da un affinamento in legno di 6 anni, vanno sicuramente citati i suoi bianchi aromatici e profumati a base di Savagnin. Le restanti espressioni mostrano un assetto rustico e selvaggio, frutto di macerazioni e riposi in legno. Così in questa zona, che negli ultimi anni fa molta tendenza, il Domaine dà vita a bottiglie autentiche e tipiche, che, più di ogni altra regione, sono caratterizzate da una grande e unica impronta territoriale.

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