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Oggero Alberto

Oggero in rima con Roero: alla ricerca dell'equilibrio stilistico tra Arneis e Nebbiolo
Regione Piemonte (Italia)
Anno Fondazione 2009
Ettari vitati 5.5
Produzione annuale 25.000 bt
Indirizzo Alberto Oggero, Frazione S.S. Trinità, 21 - 12040 Santo Stefano Roero CN
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Un giovane e curioso vignaiolo di prima generazione, un lavoratore meticoloso e artigiano, un radicale piemuntèis: Alberto Oggero è questo e molto altro, lui stesso si sta ri-scoprendo ogni giorno che passa, figurati capirlo completamente da fuori! Un produttore nel e del Roero, follemente innamorato delle uve tipiche del territorio che tratta con cura e grande rispetto: questo il punto d’inizio.

In molti si domandano quale sia la differenza tra il Nebbiolo di Langa e quello del Roero;  la verità è che soffermarsi sulle differenze, piuttosto che sulle singolarità, è quanto mai inutile e traviante. Per conoscere l’unicità del Roero occorre andarci: camminare tra le vigne in forte pendenza, sporcarsi le scarpe con la sabbia di cui sono ricchi i suoli, respirare l’aria, osservare in lontananza i borghetti che si stagliano sulle colline. Alberto ha stretto un legame viscerale con questo territorio che gli ha dato i natali, lo ha accompagnato nella sua giovinezza e che ora accoglie quella che è diventata la sua cantina.

L’anno zero è il 2009, la prima vendemmia è la 2010, prima di allora gli studi all’Enologica di Alba e alcune sperimentazioni qua e là con il Nebbiolo insieme a nonno Sandro, a cui deve buona parte della sua passione vinicola e a cui dedica il rosso ‘Sandro d’Pindeta’. Oggi è lui, insieme al suo piccolo cagnolino Taxi, ad accogliere i visitatori in Frazione Santissima Trinità nella sua piccola e casalinga cantina, dai profumi vinosi e rustici, di tempi passati, con vasche di cemento e tonneau in cui il vino riposa senza ansie e preoccupazioni. “Perché per tutti è normale aspettare il Nebbiolo, mentre non vale la stessa cosa per l’Arneis?”: uno dei crucci più frequenti di Alberto è proprio questo e il suo desiderio, che si concretizza in ogni sua etichetta, è quello di ribaltare nel limite del possibile questo pensiero comune, lasciando il tempo necessario all’Arneis di evolvere e, al contrario, rendendo più beverino e agile il profilo del Nebbiolo. Tracciare una riga orizzontale tra queste due varietà, trovare un equilibrio tra loro e arrivare a solleticare il palato di chi ne berrà il succo. Non importa se bianco o rosso, la vera necessità per Alberto, insieme ai suoi amici vignaioli con cui ha dato vita al collettivo SoloRoero, è quello di comunicare il Roero: “per me il vitigno è prescindibile, è il territorio a dover parlare!”.

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