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'Bandita' Cascina Tavijn

'Bandita' Cascina Tavijn

Cascina Tavijn

La "Bandita" di Cascina Tavijn è un vino rosso rock e grunge realizzata da Nadia Verrua. Proprio per questo stile controcorrente, le è stata più volte ‘bandita‘ la denominazione e da qui il nome. Proviene da vecchie viti e viene vinificato in botti usate per almeno un anno, presentandosi al naso intenso, fruttato e terroso, donando un assaggio di bello slancio, freschezza e potenza graffiante

15,90 

Caratteristiche

Tipologia

Gradazione alcolica

14 %

Formato

Bottiglia 75 cl

Filosofia produttiva

Senza solfiti aggiunti o minimi, Lieviti indigeni, Artigianali

Note addizionali

Contiene solfiti

DESCRIZIONE DEL 'BANDITA' CASCINA TAVIJN

La “Bandita” di Cascina Tavijn è un’etichetta allegra e originale dallo stile leggero e fresco, prodotta da Nadia Verrua, giovane vignaiola delle colline del Monferrato, profonda conoscitrice del vitigno autoctono più diffuso in Piemonte, qui interpretato nel pieno rispetto della sua natura e caratteristiche. Il suo nome deriva dalla protesta contro la complicata burocrazia del mondo delle denominazioni e delle etichettature; un vino ribelle, anticonvenzionale, che sorprende per la sua freschezza ed eccezionale bevibilità.

Le uve rosse utilizzate per produrre questo rosso di Cascina Tajavin, che in dialetto piemontese significa casa del contadino, sono coltivate secondo i dettami dell’agricoltura biologica. La vinificazione viene condotta in maniera artigianale con una fermentazione spontanea ad opera di lieviti indigeni e una successiva macerazione di circa due mesi a contatto con le bucce, intervallata da brevi e frequenti rimontaggi. Dopo l'affinamento, il vino non viene filtrato e non viene imbottigliato.

Cascina Tajavin “Bandita” è una versione inedita e senza filtri: alla vista presenta un colore rosso rubino vivace che si traduce al naso con un frutto fresco e croccante. Note di ciliegia, frutti rossi e mirtilli, con leggeri sentori di liquirizia e menta si fondono perfettamente in bocca con un tannino morbido e la struttura importante, avvolta da profumi di legno e fiori di campo. Una bottiglia divertente, che fa da regina nelle tavolate conviviali in accompagnamento ai piatti tipici piemontesi (ottimo con tartare di carne, vitello tonnato e verdure ripiene) e racconta le tradizioni e la bellezza di un territorio unico, un paesaggio oggi Patrimonio dell’Unesco.